giovedì 7 agosto 2014

LA PRATICA DELL'ATTIVITà MOTORIA CON DISABILI MENTALI ADOLESCENTI E ADULTI


 
 
Il lavoro prende in esame vari aspetti della pratica dell'attività motoria, ponendo l'accento in primo luogo sulla fondamentale importanza della cura dei rapporti interpersonali, soprattutto nel caso in cui l'educatore si trovi ad operare con soggetti che manifestano problemi di natura comunicativo-relazionale. Sono trattati, quindi, alcuni aspetti delle difficoltà di apprendimento e dell'importanza dell'apprendimento motorio nel quadro generale dell'apprendimento. Segue poi una serie di suggerimenti per organizzare in modo corretto una "lezione" di educazione motoria e un'analisi di due fra i più potenti mezzi di riabilitazione: il trattamento psicomotorio e la musica, ponendo in particolare risalto il fatto di come la loro reciproca interazione accentui gli effetti benefici sui pazienti. Viene infine sottolineata la notevole importanza dell'ambiente ove si svolgono le attività motorie (palestra, piscina, ambiente naturale), poiché esso influenza e condiziona in maniera determinante la tipologia e le modalità delle attività stesse. Il volume, che presenta anche la descrizione particolareggiata di singole esperienze, è corredato da fotografie significative che ritraggono persone disabili mentre svolgono le attività motorie di volta in volta proposte. In appendice sono riportati esempi di schede per la valutazione dello schema corporeo, per la verifica delle capacità motorie di base e per la valutazione giornaliera individualizzata delle attività svolte.

Contenuti

  • Premessa.
  • L'importanza relazionale: centralità dei rapporti umani.
  • La persona disabile mentale.
  • I primi incontri.
  • Il significato del contatto corporeo.
  • Necessità di valori fondamentali.
  • Comunicazione e rapporti interpersonali.
  • La fiducia è indispensabile.
  • Problematiche di apprendimento.
  • Concetti concreti e concetti astratti.
  • L'apprendimento: le tappe, i livelli e l'attenzione.
  • La possibilità di errore casuale e la sua incidenza sugli apprendimenti complessi.
  • L'apprendimento dei concetti astratti con metodologia ASSPEC.
  • Alcune considerazioni sull'apprendimento motorio.
  • Aspetti della didattica.
  • La verifica.
  • Qual è l'importanza della programmazione?
  • Quali obiettivi?
  • Carenza di metodologie specifiche: che fare?
  • Proposta di alcune attività.
  • Aspetti importanti delle lezione.
  • Le attività psicomotorie e la musica.
  • Suoni prodotti e suoni ascoltati.
  • Il rilassamento psicomotorio mediante l'ascolto di musica distensiva.
  • Musica distensiva e psicomotricità.
  • L'influenza degli ambienti sulle attività motorie.
  • Una esperienza di attività ludico-motoria all'aria aperta.
  • Appendice A: scheda per la valutazione dello schema corporeo.
  • Appendice B: scheda per la verifica/valutazione delle capacità motorie di base.
  • Appendice C: scheda di valutazione giornaliera individualizzata delle attività motorie.
    Bibliografia di riferimento.

L'ALUNNO AUTISTICO VA A SCUOLA: PROPOSTE DI INTERVENTODIDATTICO

 
Quella autistica si configura come una tra la sindromi maggiormente complesse e preoccupanti dello sviluppo. Ciò lascia intuire come una integrazione scolastica possa presentare tanti e tali aspetti problematici ai quali è necessario far fronte con un progetto di vita le cui proposte didattiche vanno commisurate ad ogni singola situazione. Quindi è importante la conoscenza di strategie adeguate e specifiche nell’affrontare un lavoro di intervento impegnativo e difficoltoso. A tal fine nel volume viene fornita una serie di indicazioni e suggerimenti utili per poter aiutare fin da subito, “hic et nunc”, le persone autistiche, a partire dal periodo di vita che riguarda la loro infanzia. Per questa ragione il presente lavoro, dopo aver illustrato sinteticamente le metodologie adottate in campo internazionale, tratta di possibili interventi didattici immediatamente realizzabili: sono analizzate strategie che si sono rivelate valide in Italia, in Europa e in America, ai fini dell’educazione e, in questi ultimi anni, anche dell’integrazione scolastica. Il volume, inoltre, è corredato da schede utilizzabili quali validi strumenti di osservazione, di verifica e di valutazione.

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indice

 

         Introduzione.                                                                                                                       

 

         Cap I  Cenni sul panorama degli interventi sull’autismo.                                                 

         Gli interventi sull’autismo.                                                                                     

        Cenni sulla terapia psicoanalitica.   

        Bibliografia.  

 

         Cap II  L’attività del docente di Sostegno nella integrazione

e progettazione didattica per l’alunno autistico.     

        Chi è il docente di sostegno?      

        Le sue doti professionali.

        La progettazione didattica.   

        Conclusioni.  

        Bibliografia.  

 

        Cap III L’intervento educativo nell’alunno autistico mediante

 le strategie dell’Organizzazione Teacch.   

        I principi della divisione Teacch.    

        Diagnosi e valutazione funzionale.  

        Il programma educativo individualizzato.  

        Come svolgere l’insegnamento strutturato.

        Strutturare i compiti.            

       Le forme di aiuto e il rinforzo.        

        Modello di scala CARS.       

        Bibliografia.  

 

        Cap IV  Insegnare la comunicazione con le strategie della Divisione Teacch.     

        La valutazione della comunicazione: scopi e modi.           

        Il campione della comunicazione (con relativa scheda).    

        Quali obiettivi definire?       

        L’insegnamento strutturato della comunicazione.  

        Perché valutare dei progressi.          

        L’inserimento definitivo nel gruppo e l’integrazione.       

       Bibliografia.  

 

         Cap V  L’efficacia della terapia musicale nella difficoltà

di espressione e comunicazione.      

        Musica e musicoterapica.     

        La musicoterapia come intervento sull’autismo.    

        Il progetto di intervento.      

        Conclusioni.  

        Bibliografia.  

 

        Cap VI La funzionalità dell’attività motoria verso le persone artistiche.

        Le capacità motorie sono decisive per il vivere quotidiano: intervenire su di esse significa migliorare le condizioni di vita.               

        Capacità motorie e prerequisiti.                  

        Come valutare le capacità coordinative?    

        La vitale importanza del rapporto relazionale.       

       In che modo si svolge una seduta di attività motorie?       

        La scelta delle attività.                                                                                

        Scheda di valutazione delle capacità motorie coordinative.          

        Bibliografia di riferimento.

 

        Cap VII   Nuoto e autismo.

        Strutturazione.                      

        Prima fase.                

        Seconda fase.            

        Terza fase.                 

        Conclusioni.              

        Bibliografia.  

 

        Cap VIII   Servizio sociale e abilitazione del  bambino autistico.             

        Autismo e servizio sociale.  

        Opportunità di ideare e implementare progetti integrati di intervento.    

       Scopi del progetto.    

     Metodologia di intervento.   
      Ruolo della ri-abilitazione, della famiglia, della scuola e associazioni.   

     Bibliografia.

BIOMECCANICA DEL SALTO IN LUNGO

http://digilander.libero.it/salcar/biomeccanica.html

L'APRASSIA NEGLI ADOLESCENTI E ADULTI DISABILI MENTALI


L’aprassia è un disturbo primario della funzione motoria; primario perché non riconducibile ad altre patologie neuromotorie né a deficit della sensibilità, di comprensione o riconoscimento. Se ad un movimento presiede il controllo volitivo, il soggetto non è capace di organizzarlo in modo consono alle sue intenzioni. 
Colpisce esclusivamente i movimenti volontari ma non quelli automatici o automatizzati, per cui i movimenti abituali ripetuti con consuetudine, quindi automatizzati, non risentono del disturbo. Alcuni movimenti possono essere eseguiti spontaneamente ma non quando vi è richiesta esterna o intenzionalità del soggetto.
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http://www.educare.it/j/temi/disabilita/farsi-unidea/828-laprassia-nel-disabile-mentale-giovane-e-adulto-alcune-strategie-di-intervento-educativo

Progetto NOSCE TE IPSUM: conoscere i propri stili di apprendimento


“Ragazzi, non avete un buon metodo di studio!”. Quante volte lo abbiamo detto? Ma a questa affermazione deve seguire qualcos’altro, non può limitarsi ad una mera critica negativa. Se il metodo di studio degli studenti non è all’altezza della situazione bisognerà pur fare qualcosa per migliorarlo!

Ma è possibile migliorare il metodo di studio degli alunni? La risposta è sì. Il problema è come? Con l'esperienza che presentiamo in questo articolo cerchiamo di dare una risposta a questo interrogativo.

Non esiste un metodo di studio valido per tutti gli alunni ma ognuno ha bisogno di utilizzare un metodo personalizzato. Gli alunni non apprendono tutti alla stessa maniera, ma vi sono delle differenze correlate ai diversi stili di apprendimento che in ogni soggetto coesistono in gradi e combinazioni diversi.

Ebbene, per stabilire quali siano per gli alunni i metodi di studio più efficaci è necessario conoscere i loro stili di apprendimento. A tal scopo sono stati prodotti da eminenti autori molteplici test e questionari con caratteristiche appropriate all’età degli studenti che consentono di stabilire quali siano i propri stili e in che maniera interagiscano tra di loro. Essere a conoscenza di queste caratteristiche è essenziale per poter individuare il metodo di studio più valido per ciascuno.

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http://www.educare.it/j/temi/scuola/esperienze-e-progetti/2721-progetto-stili-apprendimento

GLI STILI DI APPRENDIMENTO E LE LORO CARATTERISTICHE


È ormai chiaro che ogni alunno apprende in maniera personale e diversa dagli altri. Le differenze nell'apprendimento sono riscontrate negli stili di apprendimento, ovvero in quelle caratteristiche uniche che ogni alunno privilegia in maniera personale quando si impegna nello studio, nello svolgimento dei compiti o nella soluzione di problemi cognitivi.
Il concetto di stile di apprendimento è oggi molto discusso  poiché contrasta con metodologie che mettono in risalto maggiormente alcuni aspetti della personalità degli alunni quali le interazioni sociali, le competenze emotive e gli atteggiamenti. Altre critiche a tale concetto derivano dalle considerazioni circa il non preciso substrato teorico e sulla presunta scarsa efficacia nella pratica didattica. Tuttavia le problematiche dell'insegnamento, in questi ultimi anni, sono diventate tante e tali da non potersi più permettere di continuare a sostenersi sulle competenze, sulla buona volontà e sulle buone prassi di ogni singolo insegnante.
Oggi è richiesta un'azione di sistema, una didattica che consenta di moltiplicare i risultati ottenuti anziché conseguire una semplice somma dei risultati di ogni docente e ogni discente. È richiesta una approfondita conoscenza degli studenti che frequentano le nostre classi, in particolare dei stili apprenditivi e relazionali. Non si tratta di valutare il merito o attribuire voti ma di capire in che maniera gli alunni che abbiamo di fronte "funzionano": quali sono le vie sensoriali preferenziali (acustiche, visive, cinestesiche, acustiche-visive, acustiche-cinestesiche, tutte e tre insieme), quali sono le modalità prevalenti di elaborazione delle informazioni (analitiche-sequenziali, sintetiche-globali, per deduzione, per induzione, in maniera divergente o convergente....), quali sono i linguaggi più efficienti (verbale, corporeo-gestuale, verbale-corporeo, grafico, letto-scrittura ecc.). Molti studenti appaiono passivi, manifestano una scarsa partecipazione, avvertono un senso di esclusione o di inadeguatezza rispetto agli insegnanti, alle discipline o ai compagni di classe. Si annoiano, si demotivano, possono andare incontro all'insuccesso formativo e all'abbandono della scuola. Essere consapevoli dei propri processi cognitivi e di apprendimento può aiutarli a capire che il loro senso di impotenza non è dovuto a incapacità o a difficoltà personali ma a metodi di studio non perfettamente consoni ai propri stili. La meta-cognizione inoltre è un ottimo strumento per il potenziamento delle eccellenze, delle loro conoscenze e competenze, della loro vita professionale del domani.

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http://www.educare.it/j/temi/scuola/didattica/2633-gli-stili-di-apprendimento-e-le-loro-caratteristiche