- Premessa.
- L'importanza relazionale: centralità dei rapporti umani.
- La persona disabile mentale.
- I primi incontri.
- Il significato del contatto corporeo.
- Necessità di valori fondamentali.
- Comunicazione e rapporti interpersonali.
- La fiducia è indispensabile.
- Problematiche di apprendimento.
- Concetti concreti e concetti astratti.
- L'apprendimento: le tappe, i livelli e l'attenzione.
- La possibilità di errore casuale e la sua incidenza sugli apprendimenti complessi.
- L'apprendimento dei concetti astratti con metodologia ASSPEC.
- Alcune considerazioni sull'apprendimento motorio.
- Aspetti della didattica.
- La verifica.
- Qual è l'importanza della programmazione?
- Quali obiettivi?
- Carenza di metodologie specifiche: che fare?
- Proposta di alcune attività.
- Aspetti importanti delle lezione.
- Le attività psicomotorie e la musica.
- Suoni prodotti e suoni ascoltati.
- Il rilassamento psicomotorio mediante l'ascolto di musica distensiva.
- Musica distensiva e psicomotricità.
- L'influenza degli ambienti sulle attività motorie.
- Una esperienza di attività ludico-motoria all'aria aperta.
- Appendice A: scheda per la valutazione dello schema corporeo.
- Appendice B: scheda per la verifica/valutazione delle capacità motorie di base.
- Appendice C: scheda di
valutazione giornaliera individualizzata delle attività motorie.
Bibliografia di riferimento.
giovedì 7 agosto 2014
LA PRATICA DELL'ATTIVITà MOTORIA CON DISABILI MENTALI ADOLESCENTI E ADULTI
L'ALUNNO AUTISTICO VA A SCUOLA: PROPOSTE DI INTERVENTODIDATTICO
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indice
Introduzione.
Cap I Cenni sul panorama degli interventi sull’autismo.
Gli
interventi sull’autismo.
Cenni sulla
terapia psicoanalitica.
Bibliografia.
e progettazione didattica per l’alunno
autistico.
Chi è il
docente di sostegno?
Le sue doti
professionali.
La
progettazione didattica.
Conclusioni.
Bibliografia.
Cap III
L’intervento educativo nell’alunno autistico mediante
le strategie dell’Organizzazione Teacch.
I principi
della divisione Teacch.
Diagnosi e
valutazione funzionale.
Il programma
educativo individualizzato.
Come svolgere
l’insegnamento strutturato.
Strutturare i
compiti.
Le forme di
aiuto e il rinforzo.
Modello di
scala CARS.
Bibliografia.
Cap IV Insegnare la comunicazione con le strategie
della Divisione Teacch.
La
valutazione della comunicazione: scopi e modi.
Il campione
della comunicazione (con relativa scheda).
Quali
obiettivi definire?
L’insegnamento
strutturato della comunicazione.
Perché
valutare dei progressi.
L’inserimento
definitivo nel gruppo e l’integrazione.
Bibliografia.
di espressione e comunicazione.
Musica e
musicoterapica.
La
musicoterapia come intervento sull’autismo.
Il progetto
di intervento.
Conclusioni.
Bibliografia.
Cap VI La
funzionalità dell’attività motoria verso le persone artistiche.
Le capacità motorie sono decisive per il
vivere quotidiano: intervenire su di esse significa migliorare le condizioni di
vita.
Capacità
motorie e prerequisiti.
Come valutare
le capacità coordinative?
La vitale
importanza del rapporto relazionale.
In che modo
si svolge una seduta di attività motorie?
La scelta
delle attività.
Scheda di
valutazione delle capacità motorie coordinative.
Bibliografia
di riferimento.
Cap VII Nuoto e autismo.
Strutturazione.
Prima fase.
Seconda fase.
Terza fase.
Conclusioni.
Bibliografia.
Cap VIII Servizio sociale e abilitazione del bambino autistico.
Autismo e
servizio sociale.
Opportunità
di ideare e implementare progetti integrati di intervento.
Scopi del
progetto.
Metodologia di
intervento.
Ruolo della
ri-abilitazione, della famiglia, della scuola e associazioni.
Bibliografia.
L'APRASSIA NEGLI ADOLESCENTI E ADULTI DISABILI MENTALI
L’aprassia è
un disturbo primario della funzione motoria; primario perché non riconducibile
ad altre patologie neuromotorie né a deficit della sensibilità, di comprensione
o riconoscimento. Se ad un movimento presiede il controllo volitivo, il
soggetto non è capace di organizzarlo in modo consono alle sue intenzioni.
Colpisce esclusivamente i movimenti volontari ma non quelli automatici o automatizzati, per cui i movimenti abituali ripetuti con consuetudine, quindi automatizzati, non risentono del disturbo. Alcuni movimenti possono essere eseguiti spontaneamente ma non quando vi è richiesta esterna o intenzionalità del soggetto.
Continua a leggere su Colpisce esclusivamente i movimenti volontari ma non quelli automatici o automatizzati, per cui i movimenti abituali ripetuti con consuetudine, quindi automatizzati, non risentono del disturbo. Alcuni movimenti possono essere eseguiti spontaneamente ma non quando vi è richiesta esterna o intenzionalità del soggetto.
http://www.educare.it/j/temi/disabilita/farsi-unidea/828-laprassia-nel-disabile-mentale-giovane-e-adulto-alcune-strategie-di-intervento-educativo
Progetto NOSCE TE IPSUM: conoscere i propri stili di apprendimento
“Ragazzi, non avete un buon metodo di studio!”. Quante volte lo abbiamo
detto? Ma a questa affermazione deve seguire qualcos’altro, non può limitarsi
ad una mera critica negativa. Se il metodo di studio degli studenti non è
all’altezza della situazione bisognerà pur fare qualcosa per migliorarlo!
Ma è possibile migliorare il metodo di studio degli alunni? La risposta è
sì. Il problema è come? Con l'esperienza che presentiamo in questo articolo
cerchiamo di dare una risposta a questo interrogativo.
Non esiste un metodo di studio valido per tutti gli alunni ma ognuno ha
bisogno di utilizzare un metodo personalizzato. Gli alunni non apprendono tutti
alla stessa maniera, ma vi sono delle differenze correlate ai diversi stili di
apprendimento che in ogni soggetto coesistono in gradi e combinazioni diversi.
Ebbene, per stabilire quali siano per gli alunni i metodi di studio più
efficaci è necessario conoscere i loro stili di apprendimento. A tal scopo sono
stati prodotti da eminenti autori molteplici test e questionari con
caratteristiche appropriate all’età degli studenti che consentono di stabilire
quali siano i propri stili e in che maniera interagiscano tra di loro. Essere a
conoscenza di queste caratteristiche è essenziale per poter individuare il
metodo di studio più valido per ciascuno.
Continua a leggere su
http://www.educare.it/j/temi/scuola/esperienze-e-progetti/2721-progetto-stili-apprendimento
GLI STILI DI APPRENDIMENTO E LE LORO CARATTERISTICHE
È ormai
chiaro che ogni alunno apprende in maniera personale e diversa dagli altri. Le
differenze nell'apprendimento sono riscontrate negli stili di apprendimento,
ovvero in quelle caratteristiche uniche che ogni alunno privilegia in maniera
personale quando si impegna nello studio, nello svolgimento dei compiti o nella
soluzione di problemi cognitivi.
Il concetto di stile di apprendimento è oggi molto discusso poiché contrasta con metodologie che mettono in risalto maggiormente alcuni aspetti della personalità degli alunni quali le interazioni sociali, le competenze emotive e gli atteggiamenti. Altre critiche a tale concetto derivano dalle considerazioni circa il non preciso substrato teorico e sulla presunta scarsa efficacia nella pratica didattica. Tuttavia le problematiche dell'insegnamento, in questi ultimi anni, sono diventate tante e tali da non potersi più permettere di continuare a sostenersi sulle competenze, sulla buona volontà e sulle buone prassi di ogni singolo insegnante.
Oggi è
richiesta un'azione di sistema, una didattica che consenta di moltiplicare i
risultati ottenuti anziché conseguire una semplice somma dei risultati di ogni
docente e ogni discente. È richiesta una approfondita conoscenza degli studenti
che frequentano le nostre classi, in particolare dei stili apprenditivi e
relazionali. Non si tratta di valutare il merito o attribuire voti ma di capire
in che maniera gli alunni che abbiamo di fronte "funzionano": quali
sono le vie sensoriali preferenziali (acustiche, visive, cinestesiche,
acustiche-visive, acustiche-cinestesiche, tutte e tre insieme), quali sono le
modalità prevalenti di elaborazione delle informazioni (analitiche-sequenziali,
sintetiche-globali, per deduzione, per induzione, in maniera divergente o
convergente....), quali sono i linguaggi più efficienti (verbale,
corporeo-gestuale, verbale-corporeo, grafico, letto-scrittura ecc.). Molti
studenti appaiono passivi, manifestano una scarsa partecipazione, avvertono un
senso di esclusione o di inadeguatezza rispetto agli insegnanti, alle
discipline o ai compagni di classe. Si annoiano, si demotivano, possono andare
incontro all'insuccesso formativo e all'abbandono della scuola. Essere
consapevoli dei propri processi cognitivi e di apprendimento può aiutarli a
capire che il loro senso di impotenza non è dovuto a incapacità o a difficoltà
personali ma a metodi di studio non perfettamente consoni ai propri stili. La
meta-cognizione inoltre è un ottimo strumento per il potenziamento delle eccellenze,
delle loro conoscenze e competenze, della loro vita professionale del domani.Il concetto di stile di apprendimento è oggi molto discusso poiché contrasta con metodologie che mettono in risalto maggiormente alcuni aspetti della personalità degli alunni quali le interazioni sociali, le competenze emotive e gli atteggiamenti. Altre critiche a tale concetto derivano dalle considerazioni circa il non preciso substrato teorico e sulla presunta scarsa efficacia nella pratica didattica. Tuttavia le problematiche dell'insegnamento, in questi ultimi anni, sono diventate tante e tali da non potersi più permettere di continuare a sostenersi sulle competenze, sulla buona volontà e sulle buone prassi di ogni singolo insegnante.
Continua a leggere su
http://www.educare.it/j/temi/scuola/didattica/2633-gli-stili-di-apprendimento-e-le-loro-caratteristiche
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