È ormai
chiaro che ogni alunno apprende in maniera personale e diversa dagli altri. Le
differenze nell'apprendimento sono riscontrate negli stili di apprendimento,
ovvero in quelle caratteristiche uniche che ogni alunno privilegia in maniera
personale quando si impegna nello studio, nello svolgimento dei compiti o nella
soluzione di problemi cognitivi.
Il concetto di stile di apprendimento è oggi molto discusso poiché contrasta con metodologie che mettono in risalto maggiormente alcuni aspetti della personalità degli alunni quali le interazioni sociali, le competenze emotive e gli atteggiamenti. Altre critiche a tale concetto derivano dalle considerazioni circa il non preciso substrato teorico e sulla presunta scarsa efficacia nella pratica didattica. Tuttavia le problematiche dell'insegnamento, in questi ultimi anni, sono diventate tante e tali da non potersi più permettere di continuare a sostenersi sulle competenze, sulla buona volontà e sulle buone prassi di ogni singolo insegnante.
Oggi è
richiesta un'azione di sistema, una didattica che consenta di moltiplicare i
risultati ottenuti anziché conseguire una semplice somma dei risultati di ogni
docente e ogni discente. È richiesta una approfondita conoscenza degli studenti
che frequentano le nostre classi, in particolare dei stili apprenditivi e
relazionali. Non si tratta di valutare il merito o attribuire voti ma di capire
in che maniera gli alunni che abbiamo di fronte "funzionano": quali
sono le vie sensoriali preferenziali (acustiche, visive, cinestesiche,
acustiche-visive, acustiche-cinestesiche, tutte e tre insieme), quali sono le
modalità prevalenti di elaborazione delle informazioni (analitiche-sequenziali,
sintetiche-globali, per deduzione, per induzione, in maniera divergente o
convergente....), quali sono i linguaggi più efficienti (verbale,
corporeo-gestuale, verbale-corporeo, grafico, letto-scrittura ecc.). Molti
studenti appaiono passivi, manifestano una scarsa partecipazione, avvertono un
senso di esclusione o di inadeguatezza rispetto agli insegnanti, alle
discipline o ai compagni di classe. Si annoiano, si demotivano, possono andare
incontro all'insuccesso formativo e all'abbandono della scuola. Essere
consapevoli dei propri processi cognitivi e di apprendimento può aiutarli a
capire che il loro senso di impotenza non è dovuto a incapacità o a difficoltà
personali ma a metodi di studio non perfettamente consoni ai propri stili. La
meta-cognizione inoltre è un ottimo strumento per il potenziamento delle eccellenze,
delle loro conoscenze e competenze, della loro vita professionale del domani.Il concetto di stile di apprendimento è oggi molto discusso poiché contrasta con metodologie che mettono in risalto maggiormente alcuni aspetti della personalità degli alunni quali le interazioni sociali, le competenze emotive e gli atteggiamenti. Altre critiche a tale concetto derivano dalle considerazioni circa il non preciso substrato teorico e sulla presunta scarsa efficacia nella pratica didattica. Tuttavia le problematiche dell'insegnamento, in questi ultimi anni, sono diventate tante e tali da non potersi più permettere di continuare a sostenersi sulle competenze, sulla buona volontà e sulle buone prassi di ogni singolo insegnante.
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http://www.educare.it/j/temi/scuola/didattica/2633-gli-stili-di-apprendimento-e-le-loro-caratteristiche
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